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Olimpia Di Maio

 

La Di Maio fu soprattutto una straordinaria attrice di teatro, una delle ultime eredi di quella inesauribile fucina che è stato il teatro popolare napoletano di tradizione. Anche nel suo caso nel segno di una continuità familiare che aveva il capostipite nel padre Oscar, capocomico della compagnia Cafiero-Fumo, autore di numerose commedie di successo e attore significativo con la moglie Margherita Parodi della sceneggiata classica. E così come Tina Pica, come Titina De Filippo, come le sorelle Fumo e così via, anche Olimpia iniziò presto, nella compagnia dei genitori. Attrice di razza, era stata, a fianco di Luisa Conte e con il fratello Gaetano, una delle protagoniste della grande stagione del teatro Sannazaro: «Arezzo 29 in tre minuti», «Mpriesteme ’a mugliereta» (replicato per duecento sere, e presentato a Parigi dal mimo Jacques Fabri), «È asciuto pazzo ’o parrucchiano». Nella sua lunga carriera aveva recitato a fianco dei più grandi attori partenopei da Nino Taranto a Enzo Cannavale, da Rino Marcelli, a Giacomo Rizzo, da Nunzia e Nuccia Fumo a Rosalia Maggio. Negli occhi dei cultori del teatro comico napoletano resterà quell’ultima esibizione al Cilea, nel gennaio del 2006 con «E’ asciuto pazzo ’o parrucchiano », un testo del fratello Gaetano incentrato su equivoci e falsi miracoli, diretto da Giulio Adinolfi, che ne era stato protagonbista già nel precedente allestimento del Sannazaro. Accanto a loro anche Oscar Di Maio (il nipote divenuto celebre con il personaggio tv del Cafone), Antonio Allocca. Alessandra Borrelli e Alessandra Vispo. Infine non va dimenticata la sua partecipazione a una delle edizioni della «Gatta Cenerentola » di Roberto de Simone, e, con la compagnia di Luisa Conte, al rifacimento della «Lisistrata»

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