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Locandina

Burqa.

 

L’amore può essere una colpa o un problema? Questo è l’interrogativo con cui sembra aprirsi lo spettacolo Burqa.
L’amore di cui parla lo spettacolo supera i confini della contestabilità, della discutibilità poiché grande quanto i confini del mondo: è un amore che tende un abbraccio tra l’universo cattolico e quello islamico e l’autore, attraverso l’opera, intende proprio sottolineare che questo tipo di amore non deve rappresentare un elemento di difficoltà.
L’archeologo Gabriele Bramante ritorna, dopo un lungo periodo di assenza, a Napoli, nella sua casa natia abitata dalla madre, donna Viola, dalla sorella Valentina e dalla perpetua Pierina. Questa piccola “società al femminile” è fondata su un ottuso senso di religiosità cristiana fatto di preghiere, difese con santini e invocazioni d’aiuto celeste. Società sessuofobica in cui il maschio è un pericolo poiché stupratore. Così veste i suoi panni di rispettabilità. Il ritorno del figlio non è però sentito affatto da loro come quello del “figliol prodigo”, ad eccezione della domestica che, pur non arrivando ad ordire trame allo scopo di essere complice del “padroncino” (come nelle commedie plautine), comunque esploderà nel finale sottolineando una vicinanza mentale al giovane e uomo Gabriele piuttosto che alle “sorelle” donne per le quali ha vissuto al servizio per anni. Il ritorno del figliolo non è paragonabile a quello della nota parabola cristiana poiché il famoso archeologo rincasa con una grossa, sconvolgente e deludente sorpresa: una sposa musulmana. L’effetto comico di idiosincrasia è immediatamente visibile dal primo ingresso in scena di Fatma, il cui gioco linguistico del non capire mai di chi sia figlia diviene un leit-motiv divertente.

Nella sua prima apparizione la sposa viene “cosalizzata” dalle donne della casa ed è pertanto evidente l’approccio al diverso come sentimento di percezione del sé con un’aura di superiorità. Il contrasto tra “salotto votivo” con tanto di dipinto dell’Addolorata e lumini da un lato e apparizioni con burqa dall’altro è sempre evidente.

E allora risulta evidente, a fine spettacolo, che il gioco di un amore tra credi differenti non è che un velo che ricopre altre verità: un volto con burqa che si contrappone a volti che non lo indossano, è un volto con un velo che può essere sollevato concretamente in tempi specifici e con persone prestabilite. Ma esiste un burqa invisibile fatto di pelle che non può essere stracciato mai. Di conseguenza il tema centrale si sposta dall’amore all’ipocrisia. 

IX Edizione

PREMIO IL SIPARIO

2016-2017

 

TEATRO BOLIVAR

 

Sabato 17 Dicembre 2016

Domenica 18 Dicembre 2016

IX Edizione

PREMIO IL SIPARIO

2016-2017

 

TEATRO BOLIVAR

 

Sabato 22 Aprile 2016

Domenica 23 Aprile 2016

Personaggi ed interpreti

in ordine di apparizione

Regia di Bruno Anselmi

Donna Violante Bramante

Valentina Bramante

Gabriele

Pierina

Ciacillo

Riccardino

Fatma Nassiry

Compare Sellitto

Commara Sellitto

Rachid

Commissario Percoco

Esposito Lauretta

Sodano Luca

Avvocato Marotta

Lina Civero

Francesca Romano

Gianni Parisi

Susy Apollo

Antonio Errico

Orlando Rea

Francesco Errico

Antonio Di Gennaro

Elvira Accennato

Alfredo Vitiello

Antonio Fusco

Maria D'Andrea

Luca Mattia Parisi

Salvatore Gaudino

 

 

Foto della Compagnia

Backstage - Burqa

Mese: Aprile Anno: 2017

Backstage di Burqa

Durata: 5:49

Teatro Bolivar

Via Bartolomeo Caracciolo, 30 - Napoli

 

Regia di Bruno Anselmi

Burqa

Mese: Aprile Anno: 2017

Commedia Completa

Durata: 2:05:26

Teatro Bolivar

Via Bartolomeo Caracciolo, 30 - Napoli

 

Regia di Bruno Anselmi

Saluti Finali - Burqa

Mese: Aprile Anno: 2017

Saluti Finali

Durata: 3:19

Teatro Bolivar

Via Bartolomeo Caracciolo, 30 - Napoli

 

Regia di Bruno Anselmi

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